Una presentazione, una degustazione e un’ inaugurazione
“Dieci vini outsider, Quattro creazioni gourmet, Tre artisti, Due location, Un libro.”
Così il ristorante Quartopiano di Rimini ha presentato la sua Degustazione d’ Autore Il Senso di un’ amore di ieri sera 24 giugno 2020.
La presentazione del nuovo libro di Francesco Falcone “Il senso di un amore”, che si intreccia con una degustazione di dieci vini di grandi artigiani, per un viaggio dal Nord Italia fino alle isole. Selezione pensata dallo stesso Francesco Falcone con il maître sommelier Fabrizio Timpanaro.
Quattro proposte dello Chef Silver Succi e della sua cucina gourmet a km 0. Per l’ occasione anche un aperitivo con finger food, creati per valorizzare ortaggi, erbe e fiori del nuovo orto urbano, curato dallo Chef e inaugurato proprio ieri sera.
Aperitivo nell’ orto urbano del Quartopiano Suite Restaurant.
Insolito ritrovarsi in una sera di inizio estate tra piante di pomodori, zucche e mini cetrioli. Una dimensione ridotta, ma ricca di svariate tipologie di ortaggi ed erbe aromatiche, con degli spazi creati ad hoc per la gestione di piccoli eventi, proprio come quello di ieri. Rebël, spumante di Tenuta Colombarda da bombino bianco, la proposta da sorseggiare nel verde, tra chiacchiere e piante da scoprire.
La presentazione del libro.
Una volta accomodati nella sala principale del Quartopiano è stato il momento della presentazione di Francesco Falcone e del suo libro. “Il senso di un amore. Parole per Tamara, per la Vita, per il Vino” Un libro dove è l’ amore il protagonista. Il vero amore arrivato in età già adulta, dopo altre esperienze e tre figli. Quell’ amore che ha travolto Francesco Falcone e l’ ha portato a leggere questo sentimento in chiave diversa, soprattutto quando la relazione è terminata.
Amore per una donna, Tamara, ma anche per il vino, che da 25 anni fa parte della sua vita. Vita che costituisce la parte intermedia del libro e trova nei suoi tre figli l’ essenza. Un libro in cui, rispetto ai testi precedenti di Falcone, il vino è meno centrale, pur essendo sempre cardine. Infatti nel libro si legge “Ho scritto con Tamara nel cuore, la vita negli occhi e il vino nelle vene”.
10 vini in degustazione:
I vini bianchi.
Inizio con il Blanc de Morgex et De La Salle Nathan 2015 di Ermes Pavese. Realtà che ben racconta i vini di montagna della Valle d’ Aosta, che ho avuto modo di degustare in varie occasioni, ma che è sempre un piacere ritrovare.
Quando è stato presentato il vino però ho avuto una piccola delusione. Ho capito che sarebbe mancata una caratteristica della degustazione, che a mio avviso l’ avrebbe differenziata. La presentazione dell’ evento che avevo visto su Facebook e che mi aveva spinta a prenotare, diceva infatti ”i vini verranno serviti alla cieca e svelati alla fine della cena”.
Così non è stato. Degustazione ugualmente molto interessante, da cui sono scaturiti degli ottimi spunti per futuri assaggi, ma è mancata la parte di curiosità nel cercare di ritrovare i vini nei diversi calici.
Tornando ai vini degustati, a seguire Il cantico della Figura 2016 di Andrea Felici, espressione di un Verdicchio dei Castelli di Jesi d’ altura, che mi ha colpita molto. Terzo vino Nosiola 2015 Rauten, ma è stato il successivo, il Filagnotti 2014 Cascina degli Ulivi a incuriosirmi maggiormente. Gavi DOCG cortese in purezza. Creazione davvero notevole di Stefano Bellotti, purtroppo mancato, che mi ha davvero toccata. Per concludere un vitigno che per me è una certezza,la vitovska. Origine 2015 Vodopivec, unico vino dell’ azienda che fa legno, visto che da tempo ormai lavora soprattutto in anfora. Da approfondire considerato il mio debole per il genere.
I vini rossi e l’ abbinamento cibo/vino.
Partenza dalle isole. Prima in Sardegna con Renosu Rosso 2018 Dettori. Cannonau, monica e pascale per un vino Triple A (Agricoltori Artigiani Artisti). Poi in Sicilia con Contadino 2014 Cornellisen, di cui ho amato il sorso che riportava alla cenere e ai lapilli dell’ Etna. Nerello mascalese in prevalenza, con una parte di nerello cappuccio e altri vitigni come minnella nera e bianca. Per concludere due sicurezze Montepulciano d’ Abruzzo Riserva 2011 Praesidium e Taurasi 2008 Perillo. Devo dire che le proposte delle isole mi hanno coinvolta maggiormente e voglio approfondire entrambe le cantine quanto prima. Un bel legame con il territorio, che mi conquista sempre.
Ai vini in degustazione si sono susseguite le proposte dello chef previste dal menù, più una deliziosa entrée. In alcuni casi un’ attenzione in più per abbinare l’ assaggio in corso al piatto, in altri la degustazione è stata più veloce. Sempre arricchita da alcuni particolari sui vignaioli, le zone e le scelte produttive, oltre a qualche nota di degustazione. Con un approccio molto semplice e diretto, quello che Falcone da tempo ormai sente più suo.
Prima esperienza per me con la cucina dello Chef Silver Succi, che ho trovato davvero una proposta di livello e gusto.
La variazione finale
Per la dolce conclusione della serata una Bavarese al cioccolato, ciliegie, yogurt al lime, in teoria in abbinamento ad una proposta del sud, Carlo Hauner Malvasia delle Lipari Passito 2012, che si è trasformata in un Barolo Chinato Cappellano di Serralunga D’alba. Decisamente diverso, visto che il Barolo Chinato è un vino aromatizzato. Barolo a cui vengono aggiunti zucchero e alcool in cui sono state fatte macerare erbe, spezie e radici, come China Calissaja, Rabarbaro e Cardamomo. Una degustazione di Barolo Chinato di gran qualità, molto diverso da altri che può capitare di degustare, ma anche dalla Malvasia delle Lipari che mi aspettavo.
Sorpresa finale, senza dubbio penalizzata avendo seguito il Barolo Chinato, l’ assaggio del Metodo Classico Magnum di Pertinello. Azienda con cui Francesco Falcone sta lavorando sulla creazione di un nuovo Metodo Classico, annata 2019, che vedrà la luce e i calici, tra qualche anno. Blanc de Noirs da Sangiovese, ripeto, sicuramente penalizzato dalla chisura di serata. Gradita però la presenza in sala del giovane produttore, che ne ha raccontato le caratteristiche.
Un commento generale per la serata?
Piacevole e stimolante. In grado di far dimenticare la situazione in cui ci troviamo, anche grazie ad un dettaglio. Lo staff del ristorante indossava mascherine trasparenti, che ancora non avevo avuto modo di vedere. Sicuramente più confortevoli per loro da indossare durante i turni lavorativi, ma anche in grado di favorire la comunicazione, dal momento che non nascondono labiale e sorrisi.
Servizio attento e cortese a cui faccio solo un appunto, che riguarda la presenza di un solo calice a tavola. Certo i più attenti hanno cercato di sciacquare i calici al termine di ogni degustazione, ma almeno due calici, uno per i bianchi e uno per i rossi sarebbero stati apprezzati.
Una bella serata, che si è conclusa con la consegna del libro a tutti i partecipanti. Sarà un piacere leggerlo, così come partecipare ad altre degustazioni da Quartopiano. Costo dell’ esperienza 45,00 euro a persona.
Vi lascio qualche altro racconto, da leggere con un semplice click:
Intanto vi aspetto su Instagram, o se preferite su FB, in attesa di ritrovarvi per il prossimo.
A presto
Lara