Una cena al Ristorante Casa Artusi nella giornata Essere Vignaioli organizzata da FIVI a un mese dall’inizio del Mercato dei Vini 2023
Ieri sera con piacere sono tornata al Ristorante Casa Artusi di Forlimpopoli per la serata organizzata con FIVI. Ieri 25 ottobre infatti, a un mese dal ritorno del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti, è stato il giorno per l’evento diffuso FIVI più amato. Quello che ogni anno anticipa di un mese la Fiera. Essere Vignaioli il nome per questa edizione 2023. In tutta Italia 90 punti di affezione FIVI tra ristoranti, enoteche e locali hanno proposto degli eventi speciali, degustazioni, cene e aperitivi dedicati al bere indipendente.
Con l’evento è coincisa la presentazione del primo libro FIVI dedicato e ispirato a tutti i vignaioli. Il Ristorante Casa Artusi per l’occasione ha organizzato una cena speciale e così ci sono tornata dopo tanto tempo.
La cena a Casa Artusi e gli ospiti
Una cena degustazione di cinque portate più il dolce, con la presentazione del libro e la presenza dei vignaioli FIVI Miranda Poppi e Gennaro Cirillo della Cantina Giovanna Madonia di Bertinoro. Gennaro ha aperto la serata con una panoramica sull’Associazione FIVI che ormai conta circa 1500 associati e a più riprese ci ha raccontato alcuni vini della serata.
Miranda invece ha concluso la serata Essere Vignaioli presentandoci velocemente il primo libro FIVI “Breve storia che ogni bambino può leggere a un vignaiolo indipendente e viceversa – Abbecedario per vignaioli e aspiranti tali”.
Un piccolo libro di neanche 100 pagine in cui l’autore attraverso la storia del piccolo Fivi spiega in modo semplice le parole chiave del mondo di un vignaiolo. Con l’intento, perché no, di ispirare appassionati e degustatori a fare un passo in più e diventare loro stessi vignaioli. Un libro edito da Corraini Edizioni con testi di Davide Longo e illustrazioni di Guido Scarabottolo, che sicuramente sarà in vendita al Mercato di Bologna.
Mentre scrivo è qui accanto a me. L’ho solo sfogliato e lo leggerò sicuramente nei prossimi giorni. È proprio un racconto con parole e immagini. Immagini digitali disegnate, tranne alcune a pennello, con le dita. Un altro eco al lavoro del vignaiolo. Non vi lascio altri dettaglio, perché li troverete voi a fine libro, se deciderete di acquistarlo.
Altri ospiti della serata Roberto Tesei selezionatore di vini per alcune distribuzioni e Matteo Carlucci, Sommelier del ristorante Al Vecchio Convento di Portico di Romagna. Anche loro ci hanno raccontato un paio di vini della serata.
Presenti anche altri due vignaioli FIVI, Andrea Zaccarini e Jacopo Giovannini, che ci hanno presentato i loro vini in degustazione.
Menù della serata
- Totani alla carbonara e cipolla bruciata
- Mazzancolla burro e salvia, zucca e limone
- Gnocchi di pane ed erbe spontanee con crema di cavolfiore e fondo bruno vegetale
- Pappardella ripiena di peposo con funghi, rosmarino e pecorino Fattoria Trapoggio
- Ossobuco di Romagnola salsa alle erbe e pane fritto nel midollo
- Torta di castagne con cioccolato, cachi e frutti neri
Una proposta quella dello Chef Andrea Erbacci, che ha voluto unire mare, terra, materie prime della tradizione, locali e stagionali. Preparazioni che si rifanno alla cucina tramandata da Pellegrino Artusi, ma con la sua creatività, eseguite con maestria e cura dei dettagli.
Lo Chef ci ha brevemente raccontato i piatti a ogni uscita. Una cucina che mi ha sorpreso in positivo, più della volta scorsa. Così come il servizio dinamico, super attento e cortese.
I vini scelti
Nella locandina social di presentazione della serata era presente anche una selezione dei vignaioli FIVI che sarebbero stati scelti con una loro etichetta.
Azienda Agricola Zaccarini, Saccomani, Paolo Francesconi, Azienda Agricola Giovannini, La Colombera, Marta Valpiani, Istine, Tenuta Piccolo Brunelli, I Dirupi, Azienda Agricola Ancarani…
La selezione si concludeva così, con tre puntini di sospensione. Il fatto che non fossero indicati i vini nello specifico mi avrebbe dovuto far intuire qualcosa. Il servizio infatti è stato alla cieca. Così ho dovuto dire addio anche alle mie classiche foto delle bottiglie.
Scelta motivata dal voler proporre per ogni piatto un vino romagnolo e uno del resto d’Italia. Spingendoci a individuare quale fosse quello locale dei due. Se sui rossi non ho avuto dubbi, sulle due bollicine di ingresso e su una delle due coppie di bianchi non ho avuto una netta decisione.
Primi assaggi per me di alcune cantine. Anche de I Dirupi, nonostante conosca da tempo di nome la cantina. Senza dubbio quest’anno passerò al banco d’assaggio a Bologna. Passerò volentieri anche dall’Azienda Agricola Zaccarini, che con il suo Alpagano ha aperto la serata di ieri. E da Tenuta I Fauri che mi ha colpita con il suo Trebbiano d’Abruzzo.
Conferme invece Giovannini, La Colombera e Marta Valpiani. Altra cantina che già conoscevo Ancarani, che ha chiuso la serata con il suo Passito Rosso Uvappesa.
Un extra rispetto alle proposte abbinate ai piatti il Lacryma Christi Cantina Matrone da Piedirosso e Aglianico. Servito a fine cena, prima del dolce, a seguito di una riflessione di Gennaro Cirillo su quello che vuol dire essere davvero vignaiolo indipendente. Un vino portato come esempio del frutto del lavoro di un vignaiolo, Andrea Matrone, davvero indipendente.
Gli abbinamenti della serata
Ancora una volta l’abbinamento cibo vino ha reso completa l’esperienza e la doppia scelta del territorio e non ci ha trasportati ancora meglio nel mondo sfaccettato dei vignaioli FIVI.
Vediamo quali sono state nello specifico le scelte di abbinamento per la serata e partiamo dagli antipasti.
Con i Totani alla carbonara e cipolla bruciata, un piatto in cui il totano si sostituisce alla pasta, due ancestrali. Alpagano dell’Azienda Agricola Zaccagnini, un uvaggio pet nat di Albana, Pagadebit e Trebbiano raccontato direttamente dal produttore, che come vi ho già detto era presente. E un Ortrugo rifermentato in bottiglia di Saccomani, cantina FIVI di Piacenza.
Con la Mazzancolla burro e salvia, zucca e limone due vini bianchi. Stesso vitigno, ma zone diverse. Un Trebbiano romagnolo di Marzeno, il Luna Nuova 2015 di Paolo Francesconi e un Trebbiano d’Abruzzo 2021 della Tenuta I Fauri. Il Baldovino, quello che accennavo prima mi ha incuriosita a scoprire meglio l’azienda.
Altri due vini bianchi per i deliziosi Gnocchi di pane ed erbe spontanee con crema di cavolfiore e fondo bruno vegetale di cui in tanti abbiamo fatto il bis. L’8000 di Giovannini, raccontato proprio da Jacopo. Albana con 20 giorni di macerazione e 9 mesi in anfora, solo in formato Magnum. Un vino che viene dalla scuola georgiana e deve il suo nome proprio alle prime anfore risalenti proprio a circa 8000 anni fa. In coppia con il Timorasso Derthona La Colombera. Una cantina al femminile che si è impegnata nella riscoperta e nella valorizzazione di questo vitigno, seguendo le orme di Walter Massa.
Due cantine, Giovannini e La Colombera, che scoprii entrambe nel 2019. Un piacere averle trovate nella degustazione di ieri.
Altro primo piatto con la Pappardella ripiena di peposo con funghi, rosmarino e pecorino Fattoria Trapoggio per la prima coppia di vini rossi. Anche questa squisita. La scelta qui è caduta su due produttrici FIVI. Elisa Mazzavillani per la cantina Marta Valpiani e Angela Fronti per la cantina Istine. Marta ha continuato il lavoro intrapreso dalla madre Marta, mentre Angela mise in atto il passaggio da conferitori a produttori. Dalla Romagna al Chianti Classico ma sempre con il Sangiovese.
Ultimi due rossi in abbinamento all’ Ossobuco di Romagnola salsa alle erbe e pane fritto nel midollo. Sei ore di cottura che si sentivano tutte nella scioglievolezza della carne. Niente osso, midollo tolto e usato per friggere il pane aggiunto davanti a noi a completare il piatto. Come vini per la Romagna il Sangiovese Predappio Cesco 1938 di Piccolo Brunelli e il Valtellina Superiore I Dirupi, un vino di montagna da viticoltura eroica, nella zona più calda della Valtellina, la sottozona Inferno.
Dolce conclusione con la Torta di castagne con cioccolato, cachi e frutti neri. Un’inaspettata intera monoporzione realizzata dal pasticcere, tra l’altro appassionato di vini. Abbinata con Uvappesa di Ancarani, come abbiamo già detto. Una dolce conclusione romagnola dalle uve stramature di Centesimino di Faenza.
L’appuntamento con FIVI adesso è a Bologna
Tra un mese infatti, dal 25 al 27 novembre 2023, torna il mercato dei Vini dei Vignaioli FIVI. 12esima edizione con un enorme cambiamento. Quest’anno si terrà a Bologna Fiere. Uno spazio decisamente più grande rispetto alla storica sede di Piacenzaexpo e rodato per grandi eventi internazionali, che faciliterà sicuramente lo svolgimento della Fiera.
Potremo parlarne solo dopo averla vissuta ovviamente, ma chi conosce Bologna Fiere e ha già partecipato a FIVI non credo abbia dubbi che sarà davvero così.
30.000 metri quadri per 1000 vignaioli in due padiglioni. Ma anche 30 olivicoltori indipendenti soci della FIOI e una rappresentanza dei vignaioli europei delle associazioni nazionali CEVI (Confédération Européenne des Vignerons). Più un intero padiglione food. Tutto con il tipico spirito della manifestazione. Il contatto con i vignaioli, l’atmosfera informale e i carrelli per acquistare i vini preferiti.
Se non ci saranno cambiamenti dell’ultimo momento io ci sarò sabato e domenica.
Quindi ci vediamo a Bologna!
E chissà che non ci incontreremo in uno dei prossimi eventi organizzati da Casa Artusi, che meritano sempre la partecipazione.
Nel frattempo vi invito a rimanere in tema leggendo qualche altro articolo già pubblicato:
E vi aspetto su Instagram in attesa di ritrovarvi qui.
A presto
Lara