Primo evento dell’anno per i vignaioli del Consorzio ViniVeri ad Assisi, un’anteprima di quello che saranno i tre giorni di aprile a Cerea
Chi conosce ViniVeri? ViniVeri è un Consorzio che aggrega i vignaioli che rispettano la sua Regola in tutto il processo di lavorazione. Regola che non fa riferimento a metodi biologici e non, ma stabilisce dei criteri che regolano il lavoro in vigna e in cantina, per il miglior equilibrio tra azione dell’uomo e cicli della natura. Vini Secondo Natura. Niente diserbanti, disseccanti né concimi chimici, ma vendemmia manuale, uso di lieviti indigeni, solo appassimento naturale e fermentazione senza controllo della temperatura. Questi alcuni punti della Regola ViniVeri. Se volete leggerla per intero la trovate qui.
Due all’anno gli appuntamenti in cui i vignaioli si fanno conoscere e si confrontano. In inverno ad Assisi, in primavera a Cerea, nel periodo vicino a Vinitaly. Per questo 2024 ViniVeri Cerea si terrà dal 12 al 14 aprile.
Lunedì 15 gennaio si è svolta la quinta edizione di ViniVeri ad Assisi, presso l’Hotel Valle di Assisi. Ho deciso di partecipare, cogliendo l’occasione per fermarmi due notti nel resort e visitare con il mio compagno qualche altra città umbra.
ViniVeri Assisi
L’evento si è svolto in una struttura a sé stante, dalle grandi vetrate, con vista sugli uliveti e sul verde. Un’unica sala bella luminosa ha ospitato i banchi di assaggio, aiutata dal sole che ha avuto la meglio sulle previsioni piovose.
10:00 – 17:00 l’orario per le degustazioni, anticipate dalle cene con i vignaioli la sera prima. Diversi ristoranti tra Umbria e Marche hanno ospitato due o tre produttori ciascuno, per una serata che unisse le loro proposte gastronomiche ai vini e ai racconti dei vignaioli.
Biglietti per l’evento del 15 acquistabili online a € 29,12 compresa la prevendita fino al sabato e in cassa a € 35,00. All’ingresso kit degustazione composto da calice e portacalice con sputacchiera. Alle damigiane nel centro della sala il compito di accogliere il contenuto dei singoli recipienti. E un libricino con elenco dei vignaioli e mappa, ma anche un dettaglio dedicato a ciascuna cantina in ordine di tavolo espositivo, con i contatti e uno spazio per note di degustazione e non.
La scelta del lunedì come giornata ha favorito la partecipazione di ristoratori, enotecari e professionisti del settore. Alle 12:00 circa quando noi siamo arrivati il parcheggio era già pieno e qualche postazione era già affollata. Atmosfera informale, come mi aspettavo. Il classico evento da vivere in compagnia, in cui si possono fare delle belle scoperte e degustare vini davvero di qualità.
60 produttori di vino presenti, più alcune realtà agroalimentari con birra, olio extravergine di oliva, zafferano, formaggio e prodotti di Mora Romagnola.
Una bella atmosfera in cui le degustazioni si sono susseguite piacevolmente con più e meno chiacchiere ai banchi.
I vini ViniVeri
In ogni evento è la proposta vini che conta e nel caso di ViniVeri Assisi è davvero di qualità. A fine giornata il bilancio delle degustazioni è stato più che positivo, con qualche notevole scoperta. Parto subito con il dire che dall’analisi pre fiera la maggior parte dei produttori per me era nuova. Conoscevo solo Terraquilia e Cameli Irene da tempo, Podere Giardino da poco. Mentre di Ronco Severo, Raìna, Zidarich e Praesidium ho bevuto o acquistato bottiglie negli anni, senza però mai incontrare i produttori.
Altro vino che conoscevo il Bianko dell’azienda Macondo. Scoperto all’evento dedicato alle 4 Viti AIS di Emilia Romagna e Marche nel 2022. Mi incuriosiva parlare con il produttore per capire cosa c’è dietro ad alcune scelte particolari per questo unico vino della cantina marchigiana. Purtroppo ho solo intravisto Lorenzo Catasta e non ho avuto modo di sapere di più di questo progetto, che nasce da netto cambio vita e si concretizza in un vino incredibile. Un blend di Trebbiano e Pecorino con una ricerca meticolosa delle botti di rovere ideali per il risultato voluto.
Unico vino, almeno per il momento, anche per l’Azienda Agricola Zampaglione e il suo Don Chisciotte da Fiano in purezza coltivato a 800 metri slm su terreni argillosi e vulcanici, con una macerazione di 10 giorni.
Restando in tema vini bianchi mi ha colpita la proposta dell’Azienda Agricola Massetti Francesco con il Mezzo Pieno Trebbiano IGT Colli Aprutini e il Mezzo Pieno Trebbiano d’Abruzzo DOC Selezione Donatella, risultato sono delle annate migliori. Questo 2019, intenso e intrigante.
Trebbiano Spoletino per Cantina Ninni con il suo Poggio del Vescovo e l’anteprima del Misluli 2022 Trebbiano e Malvasia da uve a piede franco di oltre 70 anni. E poi il Sanbastiano, un Sangiovese in purezza di tutto rispetto. Vini da terreno argilloso con substrato di marne, vigne vecchie e da tanta passione di Gianluca Piernera, che fa venire voglia di andare a trovarlo in cantina. Per provare anche i suoi ancestrali.
Accanto a Cantina Ninni Iacopo Paolucci, che avevo notato in fase di ricerca informazioni per un mix per niente comune. Un Bel sito con schede tecniche dettagliate, ma con un tocco personale, una produzione dall’ancestrale al passito con etichette bellissime e un profilo Instagram curato.
In questi casi fino all’arrivo al banco d’assaggio il rischio delusione c’è. Ma non stavolta e ne sono felice, perché sono queste le realtà che cerco.
Trebbiano Spoletino, anche se fuori dalla DOC non può essere indicato in etichetta come tale. 5 giorni sulle bucce e solo acciaio per Il Ponziano, fermentazione spontanea con macerazione in anfora per 6 o 7 mesi per Il Rimacerato. Grechetto di Todi con macerazione sulle bucce per due giorni, fermentazione del mosto fiore per un mese, acciaio e bottiglia per Jacopone. Degustato anche nel formato magnum 2020. Pazzesco! Ancora Grechetto con Moscato Giallo per il passito, o Ammuscìto, come si dice nel dialetto della zona, da cui il nome del vino.
Passando ai rossi Grero in purezza invece nel Jacopone Nero. E in blend con Sangiovese e Cabernet Sauvignon ne Il Roscialesco. Grero, il classico vitigno abbandonato e riscoperto, che non avevo mai degustato e mi ha convinta al primo sorso. Voi lo conoscete?
Questi e il Viognier le nostre degustazioni a più riprese nel corso della giornata, ma ci sarebbero stati anche l’ancestrale e il rosato. Il Furioso e Il Baciafemmine. Da provare in cantina, visto che è una tappa prevista, se possibile già questa primavera/estate.
Altre degustazioni e altri incontri
Come primi assaggi della giornata ho voluto degustare le proposte di Passerina del Frosinate di Carlo Noro e Terre Antiche.
L’espressione della prima, Costafredda 2022, mi ha colpita di più, ma proseguendo con gli assaggi dell’intera linea, nel complesso ho preferito la proposta di Terre Antiche. Che ho trovato interessante anche sul lato Cesanese del Piglio. Eufonia macerato sulle bucce per 3 settimane in anfora e affinato 12 mesi in bottiglia. Monumento affinato per 8 mesi in botti di castagno dopo la stessa macerazione sulle bucce. E sempre 12 mesi in bottiglia.
Da I Mattaioni ancestrali veloci con nomi accattivanti, etichette giovani e immediate. Avrei voluto sapere di più sulla realtà del Monastero di Vitorchiano, ma mi sono stati elencati solo velocemente i vitigni del blend in assaggio.
Nessun accenno alle 80 suore del Monastero, a come sia gestita la produzione o altro. Insomma, quello che sapevo prima dell’evento è quello che so oggi. Mi resta la curiosità e l’approfondirò in un’altra occasione.
Immancabili per me alcuni assaggi in Friuli tra Carso e Collio con Ribolla e Vitovska da Vidopivec, Zidarich e Dario Princic.
Il blend Favola del maestro Princic quello che ha attirato maggiormente la mia attenzione durante gli assaggi. Un vino nato come risposta all’infelice annata 2008, quando quasi la totalità delle uve furono colpite dalla peronospera e Dario optò per un’unica vinificazione. Il risultato inaspettatamente vincente divenne il primo Favola. Negli anni poi un vino da uve selezionate con lunga macerazione e affinamento in legno.
Dal Friuli alla Sicilia con Il Censo. Azienda Agricola con due proposte di Catarratto Praruar 2020 e 2016, una di Insolia Gurte, che sono rientrate nelle mie degustazioni. Sarei dovuta tornare per il Perricone Njuro, ma proseguendo con gli assaggi ho deciso di chiudere il giro rossi con una delle cantine che mi ha colpita di più e vedremo tra poco.
A proposito di rossi Negroamaro, Malvasia Nera e Primitivo per l’Azienda Agricola Francesco Marra. Se non ricordo male prima volta per me con la Malvasia Nera. Una proposta di solo rossi e due rosati da Negroamaro e Primitivo. Vini nudi con uva in purezza. Una realtà artigianale e familiare, da visitare quando tornerò in Salento.
Postazione accanto per la Cantina Panevino di Gianfranco Manca, diventata a sorpresa l’ultima tappa del mio giro di degustazioni. Avevo ancora un paio di nomi da provare nel giro rossi, ma dopo questi assaggi sono passata subito alla fase finale.
Monica, Carignano, Cannonau, ma anche Moscato, Nuragus, Semidano, Girò e altri vitigni autoctoni in via di estinzione coltivati ad alberello con passione. Per un totale di 30 vitigni autoctoni e non. Il risultato vini intensi, sinceri e affascinanti, alcuni nemmeno replicati anno dopo anno, dalle etichette sempre diverse, come opere uniche.
Di poche parole Gianfranco Manca, il creatore di questi vini speciali, concreto e sicuro delle sue proposte, tanto che, diversamente dal mio solito, non l’ho fermato quando mi ha proposto il suo unico vino bianco. Alvas, un blend con macerazione sulle bucce di tre settimane e affinamento in legno. E sono felice di non averlo fatto, perché l’ho trovato sublime.
Un’esperienza Giròtondo da Girò con una parte di Moscato, breve contatto con le bucce e affinamento in botti scolme. Un vino a sé, che stupisce, confonde e non si fa incasellare. Dopo questo assaggio qualsiasi altro rosso avrebbe corso il rischio di essere penalizzato e ho preferito concludere così. Al tavolo espositivo 60, proprio l’ultimo dell’elenco.
Passito Sol Ezio Cerruti, maestro del Moscat, Ammuscìto Iacopo Paolucci e Ratafià Praesidium hanno sancito la fine della nostra giornata a ViniVeri.
Un bell’evento con una sola nota stonata
Anche se è sempre difficile trasferire le belle sensazioni solo con il racconto di un evento, per giunta senza troppi dettagli per non annoiare, spero che si sia capito che quella a ViniVeri Assisi è stata davvero una bella esperienza. Così tanti assaggi di qualità, da produttori naturali, in così poche ore, non è assolutamente scontato, anzi, è raro.
Unica nota stonata la proposta ristorante. Una sola, a buffet. Una non scelta a € 35,00. Vietato dividere un menù o accedere alla sala senza consumare, nonostante nessuna regola fosse scritta in cassa, né detta a voce a fronte di un dichiarato intento.
Credo che agli eventi del vino l’intenzione sia mangiare qualcosa al volo solo per gestire le degustazioni. Benvenga la possibilità di un pasto più strutturato per chi lo desidera, ma come alternativa, non come unica opzione. Per giunta al prezzo del biglietto e allo stesso della mezza pensione del resort a scelta dalla carta.
Una scelta infelice e una mancanza di attenzione, considerando che ViniVeri Assisi è un evento a cui si accede solo in macchina e non tutti sono coscienziosi.
Visto il numero di persone che mangiavano cibo portato da casa fuori dalla struttura o dalle loro auto, temo sia una consuetudine dell’edizione di Assisi. Per l’edizione 2025 consiglio vivamente di modificare la proposta food.
Peccato per questa nota stonata, perché l’evento nel complesso mi è davvero piaciuto e ViniVeri Cerea è già nella wishlist degli eventi a cui partecipare nel 2025. Per me. A voi se siete della zona, se non avete partecipato a ViniVeri Assisi o volete fare doppietta, consiglio di segnare già le date 12/14 aprile 2024 in agenda.
E per chi invece vorrà provare l’esperienza di Assisi, più intima e concentrata, restate sintonizzati con ViniVeri per scoprire le prossime date. E magari fermatevi anche almeno una notte al Resort Valle Di Assisi. Approvata la nostra camera Deluxe silenziosa, pulitissima, ben insonorizzata, con un bagno nuovo e super luminoso.
Buono il ristorante con proposte del territorio e prodotti Presidio Slow Food, piacevole la Spa Cantico, quasi vuota negli orari scelti da noi e posizione perfetta per visitare Assisi, ma anche Spello, Gubbio e Perugia. Vi lascio qualche foto.
Concludo qui il mio racconto di ViniVeri Assisi 2024, come sempre un grazie ai produttori che mi hanno dedicato del tempo e all’organizzazione per il mio accredito.
Se avete già partecipato a ViniVeri Assisi e Cerea o conoscete cantine del Consorzio che non devo perdere le prossime volte, segnalatemele in un commento.
Per il racconto di altre mie esperienze recenti, vi invito a leggere qualche altro articolo:
Intanto vi aspetto su Instagram in attesa di ritrovarvi qui e vi invito a iscrivervi alla newsletter.
A presto
Lara