Storie di vino a Piacenza in una fiera mercato dalle giuste dimensioni e dal giusto spirito
La Fiera dei Vini di Piacenza, si è svolta dal 16 al 19 novembre 2024 a Piacenza Expo.
Alla seconda edizione si è creata la sua identità, dopo aver raccolto l’eredità del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti (ora a Bologna).
Lo scorso anno non avevo partecipato, segnando però l’appuntamento per il 2024. E quest’anno infatti sono tornata a Piacenza.
Un evento ben organizzato e ricco di spunti
Gli spazi del Piacenza Expo si adattano perfettamente a questo evento, che ha saputo bilanciare qualità e dimensioni, offrendo un’esperienza intima ma ricca di contenuti. Presentato come un evento del vino a misura d’uomo, in effetti lo è.
Organizzazione chiara ed efficiente, con una pratica mappa dei banchi d’assaggio e l’elenco dei produttori suddivisi per regione, scaricabili prima dell’inizio della manifestazione. Un’attenzione utile per chi, come me, ama pianificare una base di giro di degustazioni.
Comodo anche il contrassegno con la foglia verde per i produttori biologici.
Girando tra gli stand, ho trovato tanti nuovi nomi, ma anche volti ben noti. Alcune cantine FIVI sono rimaste fedeli a Piacenza, come Tenuta Borri e Banino.
Altre realtà Indipendenti invece hanno scelto di partecipare sia alla Fiera dei Vini di Piacenza sia al Mercato FIVI a Bologna. Ad esempio Pietro Cassina e Venturi Roberto, che conosco da tempo, Lieselehof e Transit Farm, che ho inserito stavolta tra le degustazioni a Piacenza.
Come espositori alla Fiera dei Vini anche rappresentanti di Francia, Austria e Slovenia e una sola cantina a rappresentare Lazio, Molise e Valle d’Aosta.
Immancabili gli stand dei partner tecnici compreso Kipoint per le spedizioni dei vini acquistati in fiera.
Presenti anche le principali Associazioni Sommelier, AIS, FISAR e ONAV.
E ancora gli stand gastronomici con taralli e salumi Dop piacentini su tutti e altri espositori legati ad agricoltura e viticoltura, anche insoliti, come quello di Maioli Frutti Antichi con gli alberi da frutto.
Lato food, per le prossime edizioni consiglio di inserire qualche proposta calda.
Sempre gradito il punto Lavabicchieri, comodissimo per un cambio di metà giornata.
Sala masterclass, con accesso diretto al padiglione dei banchi d’assaggio, per gli approfondimenti guidati di degustazione.
Degustazioni ai banchi di assaggio
Visto che la maggior parte dei produttori era nuova per me è stata l’occasione per scoprire nuove realtà.
Alcune alla loro prima esperienza, come la trentina Rechof nata nel 2021, che si è presentata con due Metodo Classico, Brut e Rosé.
Altre che non avevo ancora mai provato. Come le venete Maculan e Transit Farm con le loro diverse proposte di Vespaiolo e Torcolato.
Per Transit Farm anche un Metodo Classico 150 mesi sui lieviti. E per Maculan due progetti PIWI attenti alla sostenibilità, con Mawi Bianco e Rosso.
In generale la proposta non mi ha conquistata, però sono state due tappe molto piacevoli dal punto di vista dell’interazione.
Restando in Veneto stavolta mi sono fermata da Zymè, cantina che ho visitato anni fa. Dopo tempo ho fatto un refresh della loro gamma.
Sempre consigliata tra le cantine da scoprire, anzi credo tornerò a trovarli, visto che per il 2025 ci sono delle novità a tema hospitality.
Restando invece in tema vini rossi, visto che con Zymè siamo in Valpolicella, con una velocità inaspettata ho mantenuto la promessa fatta nel racconto di Vini di Vignaioli.
Ho completato la degustazione da Fosso degli Angeli con Sciascinoso e Piedirosso. Più un Aglianico Riserva. Un’ottima freschezza in tutte e tre le proposte, ovviamente con le differenze del caso.
Una bella scoperta in Piemonte con Torchio 1953.
La volontà di Andrea Torchio di valorizzare un progetto interrotto sui territori dei suoi nonni, con tanta attenzione ai dettagli. Nefeli, nubi in greco, Alta Langa Millesimato ha un’etichetta in rilievo a ricordare le nuvole.
Le etichette dei rossi invece rappresentano il legame con il territorio, i suoi simboli e i vigneti di produzione. Un’altra tappa che si aggiunge alla lista per il famoso giro di visite e degustazioni piemontese.
La proposta di vini PIWI
Ben rappresentata la scelta di coltivare e vinificare i vitigni fitoresistenti PIWI. Un mondo che trovo sempre più importante da approfondire, per la sostenibilità che porta nel bicchiere e per la contemporaneità in questi anni di cambiamento climatico.
Dopo un primo assaggio veloce a un Merano Wine Festival mi sono soffermata sui vini Lieselehof, una delle cantine pioniere dei vini da PIWI in Alto Adige.
Una linea completa dai Metodo Classico, Brut da Souvignier Gris e Rosé da Bonner/Johanniter, al passito da Bronner, passando per i vini fermi, Julian sempre da Bronner e Johanniter, Julian Orange da Bronner e Vino del Passo da Solaris. Da provare se non l’avete ancora fatto.
Prima esperienza in Fiera anche per Ronco della Cava, che ha proposto il suo macerato Orbis da Souvignier Gris, il rosato Cinis e due versioni di rosso Patior, entrambi da Prior con due tempistiche diverse per quanto riguarda l’uso del legno.
Un progetto in divenire che sta appunto sperimentando, anche con le anfore per quanto riguarda i bianchi. A differenza del mio solito, stavolta ho preferito i rossi.
Una delle cose che mi ha colpito di più in questa Fiera dei Vini 2024 è stata la predisposizione dei vignaioli a raccontarsi.
Spesso erano loro stessi a rompere il ghiaccio, senza il bisogno di fare domande. Questa spontaneità è qualcosa che lamento manchi in molti eventi e a Piacenza invece è stato l’ingrediente principale.
Mi sono lasciata guidare dalle loro storie, seguendo anche alcuni loro consigli per le degustazioni.
Così ad esempio da Terre di Ger, dove, dopo l’assaggio dei loro PIWI, mi è stato consigliato di proseguire con la degustazione dei fitoresistenti da un’altra cantina veneta.
Prima di passare a quella, rimaniamo un attimo sulla friulana Terre di Ger in Fiera con Refosco, internazionali e diverse proposte PIWI.
Mi sono limitata all’assaggio dei PIWI fermi e ho preferito i due bianchi Arconi da Sauvignon Kretos e Limine da Soreli. I rossi, soprattutto il Caliere, molto morbidi per i miei gusti, però in grado di avvicinare con facilità al mondo dei fitoresistenti palati ancora non abituati alla tipologia.
Come dicevo, su consiglio di Terre di Ger ho scoperto Le Carezze.
Una storia di passione che ha portato il titolare Luigi Marangoni a convertire territori di meleti alla viticoltura.
Vent’anni di attesa con un bosco creato per favorire la biodiversità e creare le condizioni giuste per le prime vendemmie.
Una proposta completa dagli spumanti al passito da autoctoni, internazionali e, appunto, PIWI.
Fleurtai e Johanniter in versione spumante, Genesi, e fermo, Athena. Sauvignon Kretos sempre spumante Metodo Charmat e il rosso Cabernet Volos, Urano. Come gusto personale qui ho preferito il rosso e il fermo Athena alle bolle.
Come autoctono riecco la Palava, mia scoperta di marzo scorso a Slow Wine, proposta sia come bianco fermo, sia come passito.
Tre proposte PIWI, queste nuove scoperte, da monitorare nel tempo.
Un evento da segnare in agenda
In conclusione, la Fiera dei Vini di Piacenza mi ha decisamente convinta. È un evento dalle giuste dimensioni, che permette di scoprire nuovi produttori e assaggiare vini interessanti, senza lo stress delle folle o degli spazi immensi.
La generale predisposizione al confronto di vignaiole e vignaioli ha reso piacevoli e interessanti le degustazioni e Piacenza Expo si conferma uno spazio adatto agli eventi del vino.
All’uscita dell’autostrada per chi arriva in macchina e comodissimo dalla stazione semplicemente con l’autobus per chi è in treno.
Altrettanto comodi il guardaroba e i carrelli per l’acquisto dei vini.
Un appuntamento che consiglio di segnare in agenda per chi ama il vino, vuole portare a casa qualche per rinnovare la cantina o anticiparsi per le Feste.
Possiamo farlo subito, visto che sappiamo già le date della prossima Fiera dei Vini a Piacenza : dal 15 al 17 novembre 2025.
Intanto raccontatemi le vostre impressioni se anche voi siete avete partecipato e io ringrazio l’organizzazione per l’accredito stampa.
Per continuare insieme il viaggio negli eventi del vino, leggete anche:
E restiamo in contatto: seguite @invinovenustas su Instagram, iscrivetevi alla newsletter per aggiornamenti e se vi interessa un consulenze unitevi qui alla lista dedicata.
A presto
Lara – In Vino Venustas