Lunedì 10 febbraio 2020, in tarda mattinata, nell’ incantevole cornice delle Serre Torrigiani, è stata presentata la nuova Limited Edition 2020 de La Pettegola Banfi.

Terzo appuntamento per questa presentazione esclusiva, condivisa tempestivamente sui social. Per il terzo anno mi sono collegata su Instagram per scoprire il nuovo vestito di questo Vermentino a cui sono molto legata.

Se per il 2018 e il 2019 è stato il colore ad essere protagonista, il nero prima e il fucsia poi, per il 2020 arriva una vera e propria scena. Riccardo Guasco infatti, artista artefice di questa interpretazione, riporta sulla bottiglia le sue influenze futuriste e cubiste. Mette al centro le donne ed un momento di amicizia. Sembra infatti di assistere alle chiacchiere e alle risate spensierate di due amiche, che si raccontano sorseggiando un calice di vino.

Dettaglio da IG Stories @lapettegolabanfi

Una perfetta rappresentazione di un vino fresco, coinvolgente e perchè no, femminile, a cui io sono particolarmente legata.

Appena è stata svelata la nuova limited edition, l’ ho subito condivisa nelle mie Stories. Ho anche chiesto se poteva interessare il racconto di cosa mi lega a questa bottiglia, non certo tra le più note di Banfi. Il riscontro è stato positivo e oggi ve lo spiego, perchè il vino si sa, è anche emozione e ricordi.

Il mio primo incontro con la Pettegola è stato il 9 aprile 2017 al Melià di Milano. Durante l’ aperitivo conclusivo di un evento tutto a femminile, in cui varie donne presentavano loro attività, prodotti e servizi. Il tutto a cornice dell’ intervento principale legato ai tacchi e all’ empowerment. Il Tacchesimo di Stiletto Academy organizzato da Veronica Benini. Prima volta che partecipavo ad un evento simile e prima volta che coinvolgevo mia mamma, portandola con me.

Un pomeriggio piacevole tra risate, chiacchiere e il nostro semplice stare insieme, non così facile visto che viviamo da anni lontane, concluso come spesso accade con un aperitivo in una cornice elegante. Per me però è stato molto di più. Mi ha colpita la scelta del vino, che non conoscevo, pur conoscendo la cantina. E subito dopo mi ha catturata la sommelier. Il breve racconto e le poche pillole proposte mi stupirono pensando alla versatilità del vino, ai possibili nuovi modi di comunicarlo e anche la sua stessa figura mi affascinò.

La Pettegola BanfiIl primo assaggio de La Pettegola in quell’ occasione, come potete immaginare, si caricò di significato.

Un vino di certo piacevole in cui le note fruttate predominano, ma si fanno spazio anche i fiori e gli accenni di macchia mediterranea, che invogliano ai successivi sorsi. Un vino che per me è convivialità, ma anche unione tra donne. Proprio in quell’ occasione infatti ho incontrato per le prima volta Fiorella, ormai un’ amica. Ma non solo, perchè è anche l’ esempio concreto della voglia di evoluzione di Castello Banfi, o meglio, di tutto il progetto Banfi, che si rinnova e sta al passo con i tempi, senza perdere il focus per cui è noto.

Ecco cosa mi lega a La Pettegola, compagna di mie cene in famiglia, tra donne e tra amici. Un momento in cui qualcosa si è mosso e a posteriori, un primo tassello inconsapevole per In vino venustas. La foto protagonista di questo post infatti è di quel giorno ed è lì, impressa nel mio cellulare da quasi tre anni.

Questa limited edition però va vista meglio, quindi visitate il profilo Instagram de La Pettegola, ma anche quello di Riccardo Guasco, dove troverete l’ opera in tutta la sua interezza. Ovviamente vi invito a degustare La Pettegola, se ancora non l’ avete fatto! Per la sua grande piacevolezza ad un prezzo davvero piccolo.

A questo punto sarei curiosa di sapere se avete anche voi un ricordo legato ad un vino, che per questo sentite particolarmente vicino. Se vi va, raccontatemelo in un commento.

Intanto vi aspetto su Instagram, o se preferite su FB, in attesa di ritrovarvi per il prossimo articolo.

A presto

Lara

* parziale etichetta limited edition La Pettegola Banfi 2020 dalle Stories @lapettegolabanfi

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