Masterclass, eventi e la degustazione dei vini della Guida Slow Wine 2022

QUI MILANO WINE WEEK 2022

Esattamente un mese fa iniziava Milano Wine Week 2021. Un’ edizione che ha dovuto tenere ancora conto dei limiti vigenti, ma che è stata una boccata d’ aria fresca per tutti gli appassionati e i professionisti del vino. Abbiamo già parlato di come si sarebbe svolta, ma si sa, viverla è tutt’altro. Io ho scelto di partecipare alla seconda parte della manifestazione, dal 6 al 10 ottobre 2021 e oggi vi  racconto quello che mi ha colpita di più.

Le masterclass di Milano Wine Week  2021

Sempre appuntamenti imperdibili, in cui si spazia moltissimo, si approfondisce e si ha la possibilità di confrontare annate o tipologie diverse di vino, legate da fili conduttori comuni. Ma anche di conoscere vere e proprie realtà.

Molteplici le masterclass a cui ho avuto l’ onore di partecipare. Asti Spumante e Moscato d’ Asti, i vini Pasqua, gli spumanti italiani, sono stati al centro di alcune. Filippo Bartolotta è stata una figura davvero carismatica, che con competenza, ma senza distanza, ci ha condotti in un vero viaggio tra le sfaccettature del Lugana e le Riserve 2015 di Brunello di Montalcino. Filippo Bartolotta masterclass Lugana Milano Wine Week 2021

Le Riserve 2015 Brunello di Montalcino masterclass Milano Wine Week 2021Sempre rimanendo in tema rossi ho apprezzato anche la masterclass con il Consorzio del Chianti Classico e Luca Alves. L’ ultima a cui ho partecipato nel giorno di chiusura di Milano Wine Week. Una sorta di verticale di Chianti Superiore 2019 – 2012 in cui, dopo un escursus dedicato al Chianti, sono state dichiarate le caratteristiche di ciascun vino, comprese le sottozone di appartenenza, ma non le etichette. Svelandole solo al termine della degustazione.Masterclass Chianti Superiore Milano Wine Week 2021 Vini in degustazione verticale Chianti Superiore Milano Wine Week 2021

Un altro Consorzio ci ha portato alla scoperta del vino speciale e poco conosciuto di una delle DOCG più piccole d’ Italia. Sto parlando del Moscato di Scanzo, vino passito dalla sensuale dolcezza, con cui siamo entrati in contatto sfruttando tutti i sensi e privandoci anche di alcuni. Parte della degustazione infatti si è svolta indossando delle bende. E si è conclusa in un pairing insolito, con l’ assaggio di una pralina di caprino e cioccolato.

Audio evocativi, frammenti della roccia chiamata “Sass de Luna”, un substrato di marna tipico della zona di Scanzorosciate in provincia di Bergamo, ci hanno accompagnato nella scoperta delle varie espressioni di una vera e propria chicca. Roccia che regala a questo passito rosso note che vanno dalle marmellate di frutta rossa fino all’ incenso e alle erbe balsamiche, senza dimenticare le spezie.Vini in degustazione masterclass Moscato di Scanzo Milano Wine Week 2021Masterclass Moscato di Scanzo Milano Wine Week 2021

Il territorio, fondamentale!

L’ importanza sempre crescente che Milano Wine Week dà ai vari distretti, come abbiamo già visto, permette anche ai diversi territori di trovare il loro spazio all’ interno della manifestazione.

Così è stato fin dalla prima masterclass a cui ho partecipato in questa edizione. Quella dedicata ai 10 grandi vini bianchi premiati nell’ ultima Falstaff Guide. Una carrellata di eccellenze presentata da Othmar Kiem, caporedattore di Falstaff Italia, che si è confrontato con Federico Gordini, presidente di Milano Wine Week sul percorso dell’ Alto Adige negli anni, sulla sostenibilità e sul futuro della produzione considerando i cambiamenti climatici.

Masterlcass Falstaff Milano Wine Week 2021Oltre alle note di degustazione e alle specifiche dei vini Othmar Kiem ha trasmesso la sua profonda conoscenza della storia dell’ Alto Adige del vino, ha raccontato svariati aneddoti, rendendo la masterclass una delle più complete e coinvolgenti.

Per quanto riguarda i vini in degustazione mi ha fatto molto piacere trovare il Sauvignon Exclusiv Plonerhof, di cui il Solaris mi colpì fin dal primo assaggio, il Tannenberg di Manincor, cantina che apprezzo sempre, come Tramin e Tiefenbrunner presenti con i rispettivi Gewürztraminer e Chardonnay. Ma ne ho scoperte anche altre che non conoscevo, come le cantina Kornell con Aichberg e Nals Magreid con  la prima annata di NAMA 2016, un blend essenza della cantina.

In conclusione altre tre notevoli espressioni dei blend altoatesini con il Terlaner Primo di Cantina Terlano, secondo vino bianco più caro d’ Italia (indovinare il primo è stata la sfida durante la masterclass), l’ LR Colterenzio e l’ Appius 2016 St. Michael Eppan.  L’ assaggio di quest’ ultimo ha inevitabilmente fatto riaffiorare i ricordi della presentazione di Appius 2015 tenutasi in esclusiva durante Milano Wine Week 2019.I 10 grandi bianchi dell' Alto Adige masterclass Falstaff

Autoctoni al centro, compresi quelli meno noti

Legati al territorio ecco i vitigni autoctoni, di cui l’ Italia ha una selezione invidiabile. Parlando più nello specifico di autoctoni meno noti penso al Pugnitello in purezza dell’ Azienda San Felice degustato nella masterclassi di Confagricoltura dedicata ai rossi autoctoni.  Azienda che è stata il precursore di questo vitigno riscoperto, dalla resa molto bassa, che deve il nome alla forma del suo grappolo simile ad un piccolo pugno.

All’ Albararossa di Bricco dei Guazzi, i più grandi produttori di albarossa in Piemonte. Vitigno nato dall’ incrocio per seme tra nebbiolo e barbera difficile da vinificare e gestire in vigna. In questo caso portato a surmaturazione in pianta e raccolto tardivamente per avere un’ acidità minore e tannini pronti.Masterclass rossi autoctoni ConfagricolturaMasterclass Genagricola insolito tour da est a ovest nel nord del vino

Un autoctono raccontato dall’ enologo Giovanni Casati, che ha guidato magistralmente la masterclass Genagricola“Un insolito tour da Est a Ovest nel nord Italia”, di cui è Responsabile della Divisione Vigneti e Cantine. Momento in cui abbiamo degustato anche l’ unico Schioppettino Metodo Classico. Vitigno che ha rischiato l’ estinzione e che io non perdo mai occasione di degustare quando possibile.

Ancora penso al dolce luminosissimo Picolit Falòn Colli Orientali del Friuli DOCG di un’ altra masterclass dedicata agli autoctoni, quella di Coldiretti, condotta dall’ appassionata Sara Tosti. Vitigno davvero delicato, soggetto ad acinellatura, che porta allo sviluppo di meno acini sul grappolo, ma che regala dei passiti, che sono dei veri gioielli. Ovviamente penso a questi passando per tutti gli autoctoni più noti raccontati in alcuni casi dai produttori in presenza o in collegamento.Colore Picolit 2016 Falcòn Colli Orientali del Friuli DOCG

E ancora masterclass per scoprire dei mondi

Mi sento di citare due esperienze che si sono distinte dalle altre per la loro particolarità e il diverso coinvolgimento. Sto parlando della Masterclass introduttiva al percorso formativo WSET e della presentazione del nuovo Coravin Sparkling™.

Come sommelier AIS da tempo ho la curiosità di capire in quali aspetti differisca il percorso AIS da quello WSET. Sulla carta si sa, WSET ha un’ impostazione internazionale, più moderna se vogliamo, prevede una buona parte di studio in autonomia a casa e moltissimi assaggi di degustazione inclusi nel programma. Ma nella pratica? Quali sono le differenze e soprattutto un diploma AIS a che livello della preparazione WSET si può paragonare?

Avendo questi dubbi da tempo non potevo perdermi la masterclass introduttiva al percorso WSET con Cristina Mercuri. Non sapevo cosa aspettarmi e ne sono rimasta piacevolmente colpita. Cristina WSET Certified Educator ha introdotto il mondo WSET e poi ha degustato tre vini seguendo per ciascuno il metodo utilizzato nei tre livelli WSET. Dal primo vino secondo il Livello 1, al terzo secondo il Livello 3.

Masterclass introduttiva percorso formativo WSET Milano Wine Week 2021Una panoramica veloce, ma precisa, che ha risposto alla maggior parte dei miei dubbi. Mi ha fatto sorridere notare le piccole differenze, come il modo di tenere il calice per analizzarne il colore o la terminologia.

Certo è stata solo un’ infarinatura, ma ho percepito un approccio alla degustazione più mirato, meno dispersivo, soprattutto nel livello 1. Apparentemente più semplice forse, ma a cui credo si affianchi un lavoro al contrario più ampio per quanto riguarda l’ indagine sul territorio, i vitigni, i metodi di produzioni da cui dedurre il vino.

Lavoro che va di pari passo con le molteplici degustazioni. Mi ha dato l’ impressione di essere un percorso più interattivo e più consapevole, in cui si arriva alla fine padroneggiando con più facilità il vino nelle sue diverse forme. Potrei sbagliarmi, certo, per scoprire le reali differenze dovrei intraprendere anche questo cammino. Chissà che in futuro non accada…Vini in degustazione masterclass introduttiva WSET Milano Wine Week 2021

La presentazione del nuovo Coravin Sparkling

Appassionante e diretto il racconto di Greg Lambrecht fondatore di Coravin, che ha raccontato tra intuizioni ed errori come è arrivato alla creazione di Coravin, il sistema che permette di degustare un calice di vino e conservare alla perfezione la bottiglia per un successivo assaggio.

Greg Lambrecht ha sfruttato le sue conoscenze sugli aghi, che usava in ambito medico per realizzarne versioni dedicate alla somministrazione di chemioterapia pediatrica. Ha pensato come applicarle al vino per permettere un nuovo modo di degustare senza dover per forza finire la bottiglia. Un incontro con il mondo del vino, il suo, quando era ancora minorenne, che ha segnato e cambiato il suo percorso.Masterclass Coravin Milano Wine Week 2021

Durante la masterclass ci ha spiegato come si è evoluto Coravin, che durante la pandemia ha visto l’ uscita di altri due modelli, nati ascoltando le critiche e le esigenze di chi lo usava, fino all’ ultima novità, il Coravin Sparkling™. Quella per le bollicine, richiesta fin dalla presentazione del primo Coravin, che ha comportato anni di prove. Fallimentari possiamo dire, finchè grazie ad un consiglio, cambiò la sua visione e trovò il modo di realizzarlo.

La differenza di Coravin Sparkling rispetto al Coravin classico infatti è una, ma fondamentale: la bottiglia stavolta si apre. Non c’è un ago che fora il tappo in sughero, perché la pressione degli spumanti non permette di farlo.

La bottiglia si apre, si eroga la quantità di vino che si vuole degustare e si tappa con quello che sembra un classico stopper. Poi con un dispositivo si ricarica la bottiglia, sempre con argon, gas inerte, che non altera la qualità del vino, ma la mantiene. Un indicatore luminoso da rosso diventa verde quando l’ operazione è conclusa. Operazione che nel caso di un servizio di più calici, in un ristorante o in un’ enoteca, avviene solo a fine serata o quando comunque si sa che non si verseranno altri calici. Lo spumante in questo modo si conserverà per 4 settimane.Prova pratica masterclass presentazioen Sparkling Coravin

La prova per testare la qualità sono stati tre calici di Champagne Veuve Clicquot da degustare. Alcuni da bottiglie appena aperte, altre invece aperte precedentemente. Il risultato è stato incredibile, due i calici versati con Coravin Sparkling™, l’ 1 e il 2. Il secondo l’ avevo individuato per un perlage meno presente, ma il primo non avrei pensato. In realtà proprio il primo è stato lo champagne aperto da più tempo, 10 giorni prima, contro i 5 del secondo.

Nessuno dei tre, come si può ben capire dalle mie parole presentava difetti  o anomalie, quindi davvero la prova è stata superata a pieni voti!

Sempre una durata di 4 settimane è garantita anche per i vini fermi con Coravin Pivot™, che funziona sempre con il sistema stopper e dispositivo di ricarica. Dedicato a chi per lavoro o per passione, vuole degustare in questa modalità, ma non vuole poi conservare una bottiglia fino a 3 anni, come promette il classico Coravin Timeless™.

Davvero una bella possibilità e spero di trovare presto sempre più calici serviti con Coravin anche nei locali della mia zona.Coravin Palzzo Bovara Milano Wine Week

A proposito di locali, il mio pranzo in Galleria e gli eventi in città

Come vi avevo raccontato nell’ articolo di presentazione di questa Milano Wine Week 2021 la città si è suddivisa in 10 distretti. Alcuni ormai presenze fisse, altri nuovi. Una delle novità è stato il Brunello di Montalcino District in Galleria Vittorio Emanuele in collaborazione con il Consorzio Brunello di Montalcino. I ristoranti in Galleria hanno creato delle proposte speciali per il pranzo e la cena con menù.

Ho approfittato di una pausa leggermente più lunga per concedermi un pranzo in Galleria in una bella giornata di sole e ho scelto il Ristorante Galleria. La proposta un risotto alla milanese con ossobuco e un dessert con due calici di Rosso di Montalcino a scelta tra tre vini al costo di 35,00 euro. Servizio attento, ma non invadente e un ossobuco delizioso per una pausa rigenerante!Brunello di Montalcino District Galleria Vittorio Emanuele Milano Wine Week 2021

Menù e vini pranzo MWW 2021 ristorante Galleria MilanoMi ero ritagliata anche uno spazio per provare un paio di attività sabato verso ora aperitivo con mia mamma. Ma l’ atmosfera lasciava davvero a desiderare. Nessuno nei locali, né in giro e vista sul cantiere per la nuova metro. Così non ci siamo fermate e abbiamo pensato ad un aperitivo nel più vicino Vinaccio, che però era pieno.

Non è andata benissimo con gli eventi in città, ma qualche intoppo può sempre capitare. Un po’ come è capitato durante la masterclass “I vini del Centro e Sud Italia raccontati da Riccardo Cotarella”, in collegamento video. Peccato che un problema di connessione abbia permesso solo per pochi istanti di ascoltare uno degli enologi italiani di riferimento. Eros Teboni, Miglior Sommelier del Mondo 2018 ancora in carica, ha preso in mano la situazione gestendola davvero bene, ma ovviamente non è stata la stessa cosa. Le degustazioni comunque sono state davvero interessanti, alcune conferme come i vini San Salvatore 1988 e un paio di belle scoperte. Vini in degustazione masterclass con Riccardo Cotarella

Per il prossimo anno cercherò di provare agli eventi in città, sperando anche di ritrovare Milano ai vecchi splendori per quanto riguarda il servizio nei locali. Perché stavolta, tranne in Galleria, l’ ho trovata davvero carente, ma quella è un’ altra storia.

La mia Milano Wine Week 2021 conclusa al Megawatt con Slow Wine

Domenica 10 ottobre, ultima giornata della manifestazione, l’ ho trascorsa al Megawatt Court per partecipare alla degustazione dei vini premiati nella Slow Wine Guide 2022. Dopo due anni di stop è tornata in presenza e per la prima volta a Milano. Suddivisa in due giornate, sabato 9 e domenica 10, con 1400 vini in degustazione e 300 produttori, divisi tra sabato e domenica.Degustazione Slow Wine Megawatt Court Milano

Ingresso aperto a tutti previo acquisto di biglietto dal costo di € 45,00 e € 75,00 per l’ ingresso entrambi i giorni. Tutto organizzato in un unico spazio. Da un lato i banchi d’ assaggio con i produttori, dall’ altro le isole dedicate a Nord, Centro e Sud, con i sommelier pronti a far degustare i circa 900 vini in esposizione. Sempre alle isole erano presenti i QR Code da scannerizzare con l’ elenco dei produttori della giornata. Molto utile per organizzare sul momento le degustazioni.Vini Alto Adige premiati Guida Slow Wine 2022 Vini Emilia Romagna premiati Guida Slow Wine 2022

Mi ha fatto piacere trovare una buona rappresentanza dell’ Emilia Romagna, che ha anche inserito la sua Rebola in alcuni eventi in città. Così come delle Marche.

Ci sono stati incontri piacevoli con i produttori, uno su tutti quello con Patrick Uccelli dell’ altoatesina Dornach. Scoprii i suoi vini a FIVI nel 2019 e me ne innamorai subito.

13 Pinot Bianco e 14 Pinot Nero Dornach Partrick UccelliStavolta sono riuscita a scambiare qualche parola in più ed è stato un immenso piacere. Il modo di fare vino di Patrick riflette la sua personalità, diretta, concentrata su ciò che conta e sull’ unicità. I suoi vini sono così e anche stavolta il 13 e  il 14 sono stati una splendida conferma. Tanto da farmi fare l’ eccezione di interrompere il giro dei bianchi per degustare prima il 14 Pinot Nero poi il 13 Pinot Bianco Seguendo il suo consiglio. Il 13 è un vino che può sicuramente dividere, un Pinot Bianco che se non conosci Patrick può spiazzarti, ma che è assolutamente nelle mie corde.

Per quanto riguarda le altre degustazioni tanti sono stati gli assaggi interessanti, che ho già immortalato su Instagram, ma ne lascio alcuni anche qui.Villa di Capezzana e Vin Santo di Carmignano Capezzana Degustazioni vini premiati Guida Slow Wine 2022 Megawatt Court Milano

Inclusa nel prezzo del biglietto la Guida Slow Wine 2022, che senza dubbio mi darà qualche spunto per nuovi vini da provare.

Unica pecca la consegna del calice senza porta calice, davvero scomodo, soprattutto incompatibile con la sezione food che proponeva cuoppi di fritto e street food. Impossibile tenere tutto in mano per chi era da solo, che ha desiderato fortemente uno dei pochissimi tavolini di appoggio per evitare di rovesciare tutto. Sorvolo sulla mancanza del guardaroba, che per me non è stata un problema.

Tutto sommato sono stata contenta di aver scelto di partecipare, anche se ho trovato l’ atmosfera un po’ sottotono.

Un voto a questa Milano Wine Week 2021

Alla fine è sempre tempo di bilanci. Senza dubbio è stato un salto nel passato e per un attimo, nonostante le mascherine e i controlli del Green Pass è sembrato di essere tornati al 2019. Quando davamo per scontati gli eventi e le possibilità di incontro e interazione. Questo aspetto mi è sembrato ancora un po’ frenato dalle restrizioni, ma siamo sulla buona strada. Probabilmente è stato più favorito nei primi giorni, quando si è tenuto il  Wine Business dedicato al B2B che si è tenuto al Megawatt.Cortile Palazzo Bovara Milano Wine Week 2021

Buona l’ organizzazione con qualche mancanza sulla gestione della partecipazio alle masterclass, come ogni anno. Ho apprezzato la presenza dei dispositivi Philips UVCA200 di Signify, per la disinfezione e la purificazione dell’ aria, che erano stati annunciati e a Palazzo Bovara erano presenti sia nelle sale principali, sia nel Cortile, in 80 pezzi. Così come i controlli quotidiani dei Green Pass all’ ingresso, che dovrebbero essere scontati, ma spesso non lo sono.

Incredibile l’ impegno e il lavoro di regia per i collegamenti con gli altri Paesi e le dirette sulla piattaforma digitale.

Come sempre si torna a casa con nuove scoperte e un bagaglio più ricco, pronti per un arrivederci!

Ah, giusto, manca il voto. Un bell’ 8.5 su 10 questa Milano Wine Week 2021 se lo merita tutto. Vedremo come si evolverà il prossimo anno nell’ edizione 2022 dall’ 8 al 16 ottobre. Adesso però è quasi ora di passare da Milano a Merano e di questo parleremo tra qualche giorno.

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Intanto vi aspetto su Instagram in attesa di ritrovarvi qui.

A presto

Lara

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