Un trionfo la terza edizione di Slow Wine Fair 2024, evento simbolo di eccellenza vinicola sostenibile, che ha reso Bologna il cuore pulsante del mondo del vino per tre giorni
I principi del vino buono, pulito e giusto tra sapori, esperienze e innovazioni hanno attirato produttori, operatori del settore e appassionati in questo terzo appuntamento con Slow Wine Fair 2024.
Numeri in crescita sia come vignaioli partecipanti, quasi 1000 da 27 Paesi e un + 25% di visitatori sempre più in target. Ben 12.000.
Armonia del suolo, educazione alimentare e sostenibilità
Questi i punti di partenza. Il suolo è il protagonista indiscusso, la base da cui scaturisce la vita, la fertilità e la qualità dei vini. La presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini infatti ha aperto l’evento mettendo in luce l‘importanza del suolo e dell’educazione alimentare. Da introdurre al più presto nelle scuole.
Un tema caldo e urgente come quello della sostenibilità, che non può più essere ignorato. Ma al contrario va declinato in tutti gli aspetti della filiera vitivinicola.
Tantissimi i produttori che hanno abbracciato pratiche agricole rispettose dell’ambiente e hanno valorizzato le loro scelte. Ma ancora purtroppo qualche battuta stonata, che minimizza scelte importanti e non ne sposa i perché come ci si aspetterebbe. Torneremo su questo, perché riguarda la mia esperienza personale e ne parleremo nel prossimo articolo dedicato alle degustazioni di Slow Wine Fair 2024.
La presidente di FederBio, Maria Grazia Mammuccini, ha enfatizzato l’importanza di resistere sul Green Deal e promuovere il biologico come via per rendere il sistema vitivinicolo più resiliente al cambiamento climatico.
Anche Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna, ha sottolineato l’importanza della transizione ecologica nel settore vitivinicolo. Con un focus sull’eccezionalità delle produzioni Dop e Igp della regione ospitante.
I microbiologi Lydia e Claude Bourguignon, hanno identificato il suolo come il primo strumento di un viticoltore. Sta a lui capirne la vocazione, ascoltarlo e rispettarlo. E proprio questo concetto è stato il filo conduttore della Slow Wine Fair, evidenziando un modello alternativo possibile e la richiesta di investire nella ricerca scientifica indipendente per sostenere un’agricoltura sostenibile.
Spazi, tempi e servizi di Slow Wine Fair 2024
Confermate tutte le premesse che avevamo visto nell’articolo pre evento. Due i padiglioni con i banchi di assaggio, 15 e 20. Nel 15 l’Area Reale Mutua per incontri e convegni, mentre nel 20, ai lati opposti, la Demeter Arena e la sala Masterclass per altri appuntamenti scanditi nei tre giorni di manifestazione. Ancora approfondimenti e conferenze in Casa Slow Food accanto a Show Office|Press Office, Federbio, Bto Wine Lounge
Degustazioni guidate anche in alcuni spazi istituzionali, ad esempio quello della Regione Lazio.
Punto ritiro calici per ciascun padiglione e anche diversi punti per il lavaggio. Sempre un plus di Slow Wine Fair. Area Mixology e Amaro, più i vari stand dei partner. Tra i partner anche Acqua san Bernardo presente con le sue lattine in tutti i banchi d’assaggio.
Padiglione 18 con i food truck per le pause ristoro. E anche stavolta la mia scelta è ricaduta sui primi di Stappo, ma anche altre proposte avrebbero meritato un assaggio.
Orari di apertura come abbiamo già visto, domenica 12:00/19:00, lunedì 10:00/18:00 e martedì 10:00/14:00. Accesso dall’ingresso Costituzione, comodissimo per chi arriva e se ne va, con i mezzi o con il taxi. Guardaroba altrettanto comodissimo, non così scontato come sembra.
Slow Wine Fair è un evento che fila liscio. Lascia spazio a confronti, scambi e degustazioni, che si susseguono senza intoppi. Anche troppo visto che ogni tanto bisogna controllare l’orologio, perché le ore volano.
La mia esperienza
Come previsto la giornata è stata un mix tra degustazioni di nuove cantine, saluti a produttori già incontrati e nuove scoperte, accettando qualche invito ai banchi d’assaggio o seguendo alcuni consigli ricevuti chiacchierando.
Mi sono trovata inaspettatamente ad approfondire la Calabria, a mangiare mozzarelle campane sorseggiando Asprinio quando ormai ero nel giro di degustazione rossi o a degustare i Bianchello del Metauro della cantina marchigiana Bruscia con uno dei produttori, Stefano Bruscia, dopo aver visto la loro realtà in tantissimi eventi del vino e non averla mai approfondita.
Torneremo sulle degustazione, sugli incontri e sulle nuove scoperte nel prossimo articolo dedicato alle degustazioni di slow Wine Fair 2024.
Ma in generale oggi, a manifestazione finita, posso dire che si è confermata uno degli eventi che preferisco. Ho ritrovato una bella energia, una disponibilità al racconto e al confronto. Il giusto mix tra approfondimento e scoperta genuina, lasciandosi trasportare da una frase appena percepita o da una vicinanza di stand. Avrei voluto seguire altri consigli e accettare altri inviti, ma il tempo a disposizione obbliga a fare delle scelte.
Non è mancato qualche assaggio da altri Paesi, anche se meno del previsto, perché in molti stand che mi incuriosivano nel pomeriggio non ho trovato nessuno alla mescita.
Tra i più gentili e interessanti il Cile di Erasmo nella Valle del Maule con un blend di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah e Petit Verdot. E il Giappone di Grape Republic, cantina guidata da Haruyuki Yano e Alex Craighead (Kindeli Wines Nuova Zelanda) con i suoi rossi in anfora.
La presenza di produttori da Paesi così diversi è davvero un fattore differenziante di Slow Wine Fair.
Il tempo è volato e ovviamente molto di quello che avevo segnato è rimasto sulla carta. Stavolta niente conclusione dolce e non sono riuscita ad assaporare le proposte di vendemmie tardive e passiti che avevo individuato. Ma tutto resta nella mia wishlist. Per altri eventi, visite in cantina, acquisti in enoteca oppure online.
Ho concluso il giro con un saluto agli amici di Modigliana, Stella dell’Appennino e via verso la stazione.
Se anche voi avete partecipato, raccontatemi le vostre impressioni.
Il Futuro della Slow Wine Fair
L’evento ha chiuso con un eccezionale numero di ingressi, ben 12 mila, come dicevamo in apertura. Il 70% dei quali rappresentato da operatori del settore. Come ha ricordato Giancarlo Gariglio, coordinatore della Slow Wine Coalition, il successo dell’evento risiede nella consapevolezza di produttori, consumatori e professionisti dell’importanza della sostenibilità agricola. E nel desiderio, aggiungo io, di vederla sempre più abbracciata con autenticità.
La prossima edizione, quindi Slow Wine Fair 2025, continuerà a valorizzare il vino buono, pulito, giusto, esplorando l’intera filiera del vino e coniugando tradizione e innovazione.
Una novità è nota fin da ora. Per la prima volta Slow Wine Fair si terrà in concomitanza con SANA. Il consueto appuntamento di settembre con SANA infatti raddoppia e vede SANA Food a febbraio con Slow Winw Fair e SANA Beauty a marzo, dal 20 al 23, con Cosmoprof.
Gianpiero Calzolari, Presidente di BolognaFiere, ha dichiarato l’ambizione di far crescere ulteriormente l’evento e la collaborazione con l’ICE ha già contribuito al rafforzamento del legame con il sistema economico italiano e al potenziamento dei distretti produttivi.
Nell’articolo di presentazione di Slow Wine Fair 2024 non avevo nascosto il mio favore verso questo evento del vino. Lo confermo, perché ha lo spirito giusto, dimensioni che lo rendono facilmente vivibile, con le isole regionali e dei vari Paesi che orientano le degustazioni.
Spero continui così, a migliorare mantenendo la sua essenza, nonostante l’unione con SANA. Evento tra l’altro che conosco bene dal lontano 2015, quando partecipai la prima volta.
Vedremo come si uniranno, intanto questo 2024 ha lasciato un’impronta significativa nel cuore degli amanti del buon vino. Compreso il mio. E per questo l’arrivederci è alla prossima edizione, dal 25 al 28 febbraio 2025.
Vi invito a leggere anche qualche altro articolo per restare in tema racconti di eventi del vino :
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Grazie all’organizzazione per l’accredito stampa.
A presto
Lara