Scoperte e novità in un evento in crescita tra vini, oli e storie indipendenti, che hanno conquistato Bologna Fiere
Il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti 2024, a BolognaFiere dal 23 al 25 novembre, si è decisamente consolidato in questa seconda edizione bolognese.
Con 1008 vignaioli presenti, 8000 vini in degustazione e un’affluenza di 28.000 visitatori, l’evento ha celebrato il lavoro delle cantine indipendenti e ha offerto un’occasione unica di incontro, confronto e acquisto.
In più 32 olivicoltori FIOI, quest’anno nella corsia D del Pad. 30 in mezzo al vino e una rappresentanza dei vignaioli europei delle associazioni bulgara e slovena della CEVI, come avevamo già visto qui.
L’edizione 2024 del Mercato FIVI ha visto una crescita significativa rispetto al 2023, con un picco di +2000 visitatori nella giornata di sabato.
E masterclass tutte sold out.
Soddisfazione e premi in questa edizione 2024
Il Presidente della FIVI, Lorenzo Cesconi, ha sottolineato l’importanza del Mercato: «Viviamo una fase complessa e, come testimoniato dal report su FIVI realizzato da Nomisma, è forte la preoccupazione dei nostri soci nell’affrontare il futuro.
Per questo motivo, il successo del Mercato dei Vini è ancora più importante, per i nostri soci e per tutto il settore: quest’anno rappresenta una boccata di ossigeno davvero necessaria».
E il Presidente di Bologna fiere Gianpiero Calzolari la soddisfazione per la crescita del Mercato: «Siamo molto soddisfatti della grande partecipazione a questa edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti. Già il primo giorno abbiamo registrato una crescita dei visitatori. Questo evento, aperto a tutti gli appassionati del buon vino e dell’olio di qualità, si sta radicando rapidamente in città, grazie anche alla collaborazione del Comune di Bologna, degli associati di Confcommercio Ascom e di AMO.
La città sta rispondendo con calore, dimostrando di voler accogliere la comunità dei vignaioli indipendenti e i valori di sostenibilità che le piccole e le medie cantine promuovono.»
Consolidati anche il “Fuori Mercato – La notte bianca dei vignaioli” organizzato da AMO – Associazione Mescitori Organizzati e la “Notte bianca della ristorazione” ideata da Fipe-Confcommercio Ascom Bologna con iniziative in città e diverse enoteche aperte fino a mezzanotte.
Quest’anno il Premio “Vignaiolo come noi” è stato assegnato al capitano della Virtus e campione NBA Marco Belinelli e il Premio “Leonildo Pieropan” a Sergio Mottura, vignaiolo nel Lazio.
Qualche considerazione e gli spazi del Mercato FIVI
Il picco di affluenza registrato sabato è stato decisamente percepito da chi, come me, ha partecipato alla giornata inaugurale sia quest’anno, sia nel 2023.
Se da un lato questa crescita testimonia il successo dell’evento, dall’altro evidenzia l’importanza di una gestione attenta degli spazi, per mantenere un’esperienza di qualità.
Nonostante i 30.000 mq disponibili, è fondamentale scongiurare il rischio di una situazione simile a quella vissuta nelle ultime edizioni di Piacenza, dove la capienza era ormai insufficiente.
Un punto di miglioramento il servizio navetta, che collega l’ingresso Costituzione all’ingresso Michelino.
Quest’anno più efficiente rispetto al 2023, ma va potenziato ulteriormente.
Per il ritorno, garantendo così maggiore sicurezza a chi deve raggiungere i mezzi pubblici o i taxi in partenza solo da Costituzione.
Le criticità logistiche legate agli scioperi hanno inciso anche quest’anno: dopo lo sciopero in città del 2023, questa volta è stato il turno dei treni, penalizzando chi veniva da lontano o aveva scelto la domenica. Ci si augura un contesto più favorevole per novembre 2025.
Tra le note positive, sottolineo una maggiore disponibilità dei produttori a raccontarsi. Elemento cardine dell’esperienza del Mercato, che invece mi era mancato nella scorsa edizione.
Per quanto riguarda gli spazi un cenno alla zona food, strategicamente posizionata. Con i truck regionali accanto all’Ingresso Michelino prima di accedere al Padiglione 30.
E un punto ristoro dedicato alle tipicità locali accanto all’Ingresso Nord.
Il mio Mercato FIVI 2024 tra incontri e degustazioni
Tanti i saluti ai produttori che conosco da tempo. Come Marika di Socci, Paolo di Pasini San Giovanni, Matteo di Gaiaschi, Adriano di Bajaj, Silvano di Villa Persani.
E alcuni ritrovati per la prima volta al Mercato FIVI dopo averli visti in altri eventi, come El Zeremia, Macondo e Befehlhof.
Da Bajaj ero molto curiosa di assaggiare il primo Metodo Classico della cantina, che Adriano ha dedicato alla sua compagna Veronica: Berenike (il suo nome in greco).
Rosé Extra Brut 100% Barbera 20 mesi sui lieviti. Lei, già artefice di tutte le etichette Bajaj, stavolta si è autorappresentata.
Restando in tema cantine già note sono passata da Uvamatris per provare un altro Metodo Classico, il loro Astra. Vi avevo detto nell’articolo dedicato ai cosmetici IUVA, linea della cantina, che avrei colto la prima occasione utile per provarlo. E così è stato.
Prima annata 2019, questa in assaggio la 2021. Millesimato, Nebbiolo 100%, affinamento della base di 8 mesi in botte di rovere francese, dopo la fermentazione in bottiglia minimo 27 mesi sui lieviti e in aggiunta alla sboccatura solo vino di riserva della stessa annata affinato nella stessa botte con metodo Solera.
Non la mia bolla ideale, un po’ troppo cremosa, però è uno di quei vini che va provato. Tra le novità Uvamatris mi rimane ancora da assaggiare il rosato ancestrale pop Gemina da Barbera.
Ripercorrendo adesso gli assaggi mi accorgo che anche quest’anno mi sono concentrata parecchio sulle bolle, cosa che di solito non capita, ma si vede che ultimamente al Mercato FIVI va così.
In generale diciamo che sono riuscita a rispettare il giro di degustazione preventivato, passando più volte dal Pad. 29 al 30 e dal 30 al 29, con qualche tappa al Mall.
Mall quest’anno con diversi vignaioli e vignaiole. Nella zona più luminosa del Pad. 29, dove nel 2023 si trovavano gli olivicoltori FIOI.
Tante nuove scoperte e nuovi assaggi PIWI.
I più interessanti da Trezero, prima cantina friulana solo PIWI. Un progetto di tre amici che mette al centro la sostenibilità, dove i 3 zero stanno per : zero inquinanti, zero pesticidi e zero impatto.
E soprattutto da Monte Cimo, per me cantina rivelazione di quest’anno con i suoi vini da vigneti fitoresistenti da 750 a 950 m slm con forti escursioni termiche.
Vini intensi, aromatici e freschi, da Solaris, Muscaris, Johanniter, Rytos e Kretos.
90% di vigneti PIWI e 10% di Incrocio Manzoni e Traminer per l’azienda gestita da Francesco Chiamenti e dalla moglie Serena. Una delle più alte d’Italia con altitudine massima di 954 metri.
Belle scoperte e altre degustazioni
Tra le novità una bella scoperta anche Stroppolatini con il suo Metodo Classico da Ribolla in purezza Ferveo, ma soprattutto i suoi bianchi da Friulano (Tocai) giallo, varietà che riesce a dare particolari note balsamiche solo coniugando macerazione e affinamento. Caratteristica che lo differenzia dal verde.
Vini da appezzamenti diversi, da terrazzamenti sulle due colline di proprietà dell’azienda che ha una storia iniziata nell’800. Alcuni filari infatti superano i 160 anni. Seguono poi i vigneti di circa 40 anni e quelli più recenti dei primi anni 2000.
Stroppolatini con Marianna fa parte del progetto Sbarbatelle, vignaiole under 40, però non era allo stand quando sono passata e suo fratello Federico mi ha raccontato tutto al meglio.
Cantina da approfondire sicuramente, segnata anche come possibile base per un giro per cantine, visto che ha anche un agriturismo.
Uno degli stand in cui sono tornata a più riprese è stato Illica, dove ho trovato Fabrizio Illica super disponibile a raccontarmi i suoi vini e al confronto.
Cantina piacentina nella Riserva Geologica del Piacenziano su terreni fossili con un clima caratterizzato da forti escursion termiche, inverni freddi ed estati mai troppo calde.
Vini biologici da oltre 30 anni, classici piacentini come Ortrugo e Gutturnio, con rinnovamento nella produzione dal 2009, che ha portato a introdurre i Metodo Classico da uve autoctone. Tra queste la Santa Maria.
Interessante anche il Riolo Metodo Charmat, da pochissimo La Baia. Nuova bottiglia e nuova etichetta con una balenottera per un omaggio al loro territorio, che un tempo lontano ospitava appunto mare e balene, come testimoniato nel Museo Geologico di Castell’Arquato.
Tornando ai vini, consigliato anche il Passito Archeus 100% Malvasia di Candia Aromatica da vendemmia tardiva con uva botritizzata. Dolce, ma con ottima acidità, conquisterà anche chi non ama il genere.
Anche Illica è entrata nella mia lista delle cantine da visitare.
Altra bolla molto interessante il Trentodoc GIO di Grigolli Bruno, un bel mix tra freschezza e complessità. 100% Chardonnay, prima annata 2018, prodotto in pochissime bottiglie dalla cantina trentina, che ha come focus i rossi.
La produzione di bianchi infatti è iniziata nel 2010, 4 anni dopo la nascita della cantina e poi è stata ridotta in favore del progetto di spumantizzazione.
Un’altra dedica al femminile “A Giovanna, fondamenta della famiglia e pilastro della nostra azienda. Questo vino rispecchia il suo carisma e la sua eleganza. Uno spumante fuori dagli schemi, di lunga persistenza, che penetra nel cuore di chi lo sa apprezzare”.
Restando in tema bolle, possibili suggerimenti per i vini delle Feste, mi sono fermata da Calatroni, che in fase di selezione mi aveva colpita per la variegata proposta di Metodo Classico.
Metodo Classico da Pinot Nero e Riesling le proposte di questa cantina dell’Oltrepò Pavese.
Riva Rinetti e Poggio del Duca, entrambi Pas Dosè freschi e verticali, quelli che ho preferito.
Poggio del Duca tra l’altro recente vincitore come Miglior Bollicina dell’Anno per Gambero Rosso.
Dalla freschezza dell’Oltrepò alla zona più fresca delle Marche tra le due di produzione della cantina, con crisantemi selvatici dalle note balsamiche di eucalipto e rosmarino, che riesce a dare un’insolita freschezza a un Metodo Charmat.
Sto parlando della Passerina Brut VIVES di Tenuta La Riserva.
Un vino dedicato all’amore in tutte le sue forme, come racconta l’etichetta a cui ciascuno può dare i volti che vuole.
Gli altri vini potrei provarli direttamente in cantina, visto che il giro zona Ascoli Piceno è uno di quelli da fare.
Sempre in quel giro un’altra visita sarà da Cantina Macondo, già in lista da gennaio scorso. Conferma di questo Mercato FIVI 2024 con il suo Bianko e stavolta anche il Djallo, diciamo il vino che apre le porte al precedente.
Altra conferma Buvoli dove mi sono fermata per degustare il Pinot Nero che mi ero persa a Vinaltum. In assaggio anche un Solera 2012 a cui non si poteva dire di no.
Come sempre alcuni assaggi non previsti seguendo qualche consiglio o invito.
Un consiglio anche il Vin Santo della cantina romagnola Barattieri.
Tra l’altro protagonista di una masterclass con 6 diverse annate : 2012, 2010, 2006, 2003 e 1999.
Tante le cantine rimaste nella mia lista. Alcune da più eventi, quindi avranno la priorità in prossime occasioni.
Saltati anche i riassaggi dopo tempo.
Avrei voluto tornare da Garlider e da Lupnic, degustazioni che mi avevano colpito nella mia prima partecipazione al Mercato FIVI nel 2019. Così come da VNA di cui ancora non ho mai provato i rossi.
Ma ho preferito fare qualche assaggio singolo mirato e ridurre le tappe più complete per non affaticare il corpo in un mese di eventi piuttosto frequenti.
Purtroppo con il vino bisogna fare dei compromessi.
Considerazioni finali e un arrivederci al 2025
Diciamo che in questo modo in parte sono già pronta per il Mercato FIVI 2025. Manca solo sapere le date!
Il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti infatti si conferma un evento da non perdere e ci sarò anche l’anno prossimo.
L’organizzazione per un evento di tale portata è sicuramente impegnativa e ogni anno ci sono dei dettagli da mettere a punto.
Già questa edizione ha dato l’impressione di lavorare in quest’ottica e credo che la Federazione e il suo team continuerà così.
Non ci resta che attendere 12 mesi per scoprirlo, nel frattempo seguire i vignaioli FIVI e andare a trovarli in cantina!
Se avete partecipato al Mercato dei Vini FIVI 2024 raccontatemi le vostre impressioni.
Ogni esperienza porta feedback e bilanci diversi com’è giusto che sia. Ed è bello conoscerli per vedere gli eventi da diversi punti di vista.
Per continuare insieme il viaggio nel mondo FIVI vi lascio gli altri articoli dedicati:
- MERCATO DEI VINI DEI VIGNAIOLI INDIPENDENTI 2024
- MERCATO FIVI 2023
- SERATA ESSERE VIGNAIOLI 2023
- I VIGNAIOLI AL MERCATO FIVI PIACENZA 2022
- ASPETTANDO FIVI 2022
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A presto
Lara – In Vino Venustas